03 novembre 2020

Giogoli: rispondo a Segnini

 Devo dire che, mentre da una parte mi lusinga il riconoscimento dello sforzo fatto e di ciò ringrazio senz'altro il sig. Segnini per il tempo dedicatomi in questo articolo, dall'altra mi spiace un po' notare qua e là una certa mancanza di distacco nel giudicare il lavoro da me svolto. Comunque sia, per non annoiare troppo il lettore,  affronterò solo due punti che ritengo valga la pena di affrontare, rimandando al mio video per le altre risposte.

La questione centrale intorno a cui si muove e da cui nasce tutta la mia ricostruzione non riguarda direttamente l'altezza del mostro, ma piuttosto l'individuazione della provenienza del colpo di pistola che ha dato origine al tramite nel corpo di Meyer così dettagliatamente descritto. Questo a partire dalla posizione del cadavere così come venne  fotografata e descritta all'epoca. Le considerazioni sull'altezza sono conseguenti.

Mi pare che nell'articolo, su questo punto specifico, non sia stata dedicata adeguata attenzione, almeno in confronto ad altre questioni sicuramente marginali, queste ultime comprendenti considerazioni secondarie di natura socio-psicologica, circa presunte impossibilità di alcuni  comportamenti da parte di ragazzi, oltretutto stranieri e, soprattutto, tedeschi. Ma lasciamo perdere, altrimenti non se ne esce più e già le considerazioni da fare sono molte.

Entriamo subito, dunque, nel cuore della questione. A delitto avvenuto, si noti come il corpo di Meyer giaccia in posizione approssimativamente longitudinale-diagonale rispetto al materasso, "con la testa verso la cabina e le gambe verso il centro del camper" (Cfr. De Fazio - Indagine peritale) e "la testa rivolta all'angolo anteriore sinistro del cabinato" (Cfr. Autorino - testimonianza al processo Pacciani). 


Figura 1


La testa è, a mio parere, non troppo distante dalla parete sinistra del furgone, altro elemento la cui peculiarità (in pratica sembra occupare quasi tutto il posto lui) mi ha fatto ipotizzare il bacio, soluzione alla quale, tuttavia, non mi sono affatto legato trattandosi solo di un'ipotesi aggiuntiva come chiaramente e, ahimè inutilmente, da me spiegato anche nel video, per cui mettersi a discutere qui e adesso è inutile. 

Prima di procedere vorrei, per inciso, rilevare una curiosa inversione di ruoli. L'autore dell'articolo, al quale rinnovo comunque la mia stima (ma al quale devo pur sempre una risposta), suppongo sappia bene che la posizione finale del cadavere del Meyer smentisce la sua ricostruzione. Penso sia questo il motivo per cui egli si trova di punto in bianco a sostenere oggi quella stessa ipotesi da lui combattuta fino a ieri. Infatti, l'idea di una posizione iniziale diversa da quella finale, viene di solito proposta da chi suggerisce una sostanziale  indeterminatezza circa il punto di arrivo dei proiettili nello spazio. Nel suo precedente articolo, Segnini si era espresso nei seguenti termini  perentori.

Il primo sparo, esploso dal penultimo finestrino, fu quello che colpì Horst al fianco, uccidendolo sul colpo e congelandone il corpo nella posizione in cui si trovava al momento.

E se ancora ci fossero dubbi, lo ribadisce in un commento in risposta a un lettore trattando della posizione delle braccia: 

Quindi di sicuro è da escludere qualsiasi macro spostamento: Horst era lì e lì è rimasto.

Mi pare evidente che, all'epoca di quel suo studio, non ravvisasse indizi concreti per pensarla diversamente. Per carità, cambiare idea è sempre lecito, soprattutto in una storia intricata come quella del Mostro di Firenze, ma viene da domandarsi a quali nuove evidenze sia dovuta una conversione così drastica.

Io ritengo sia evidente a tutti il pericolo insito nell'avventurarsi nel campo degli spostamenti "convenienti" ipotizzando configurazioni iniziali molto specifiche (quanto arbitrarie). Se si entra in quel campo, infatti, non vedo per quale motivo il sottoscritto, per esempio, non possa scegliere la propria posizione iniziale preferita, quella che avalli la propria tesi, cosa che però mi sono guardato e mi guarderò bene dal fare. 

Per questo nella mia ricostruzione, diversamente da quanto si adombra nell'articolo, mi sono attenuto alla tesi più largamente condivisa, ovvero che il povero Meyer è rimasto sostanzialmente nel punto e nella posizione di massima nella quale si trovava quando venne colto dal colpo al torace e quella è proprio la posizione che ho cercato di replicare meglio che ho potuto con i dati a mia disposizione. Solo dopo aver posizionato quel corpo e il tramite sul fianco è emerso il risultato e non il viceversa.

Verifichiamo, adesso, l'ipotesi proposta nell'articolo e che critico. 

In esso veniamo resi edotti del fatto che "Le ferite di Horst ci dicono che il ragazzo doveva (!) essere in una posizione trasversale rispetto al furgone, un po’ obliqua con le gambe verso il centro". 

Qui ci viene detto che la giustificazione per una iniziale quanto sconosciuta "posizione trasversale, un po' obliqua", sarebbe da ricercarsi nelle ferite stesse, ma così dicendo l'autore sembra non avvedersi del fatto che ha già stabilito implicitamente che lo sparo proviene senz'altro dal finestrino centrale destro. Così facendo, è il corpo del ragazzo a doversi necessariamente adattare a questa "realtà", dovendosi disporre, al momento dello sparo, non già  in conseguenza di evidenze fotografiche o testimoniali, ma in funzione dalla sola esigenza di confermare una tesi posta a priori.

Insomma, la vera tesi che dovrebbe essere provata, ovverosia la reale provenienza dello sparo in base alla posizione del cadavere, viene già data per certa nelle premesse e, ovviamente, le conclusioni non potranno portare a niente  di diverso.

Per dimostrare l'inconsistenza di quello sparo così come viene ipotizzato nell'articolo, ho proceduto ad alcune verifiche col modello in scala rispettando le ipotesi esplicite e implicite poste da Segnini:

  • HP1 - la traiettoria del proiettile deve passare per il foro del finestrino centrale destro (!).
  • HP2 - Il proiettile penetra nel corpo dal fianco destro, al di sotto delle costole e termina presso il quarto spazio intercostale sinistro a livello della linea ascellare anteriore (cfr. Maurri, Arcese e Iadevito e De Fazio). Si tratta di un tramite molto ben definito.
  • HP3 - Meyer viene colpito mentre giace disteso su un materasso, quest'ultimo dimensionato seguendo le indicazioni dell'autore (pur non condividendole).
  • Incognita - La posizione iniziale di Meyer.

Queste tre ipotesi danno luogo a infinite soluzioni per l'incognita, ma tutte di poco differenti e tutte invariabilmente afflitte dagli stessi problemi. In figura 2 mostro una di tali soluzioni scegliendo una posizione iniziale del Meyer fra quelle che ho ritenuto più favorevoli alla tesi espressa nell'articolo.


Figura 2

La posizione della testa non sarebbe, infatti, così vicina alla parete sinistra, neppure ipotizzando una successiva rotazione causata da uno spostamento del bacino in direzione dell'angolo posteriore sinistro del camper. La statura ipotizzata per Meyer, come dichiarato nel mio video, è di 1,70m che mi sembra ragionevole, non troppo alta né troppo bassa. Se qualcuno possiede dati certi, non impressioni, me lo faccia sapere.

Come si può notare, i piedi sporgono dai confini della carrozzeria e ciò accade invariabilmente, anche spostando il corpo,  nel rispetto di HP1, HP2 e HP3, in altre parti del materasso. 

Non c'è proprio modo di evitarlo e ciò appare ovvio, dato che le dimensioni trasversali del furgone sono di appena 1,54m, ma anche qualcosa meno. LA GIF animata di Figura 3 illustra il concetto meglio di mille spiegazioni. L'ho realizzata muovendo il corpo cercando  di coprire le principali posizioni compatibili. Mi scuso perché capisco quanto possa apparire irriverente nei confronti di un povero ragazzo ucciso in modo così barbaro, ma non sapevo in quale altro modo illustrare la reale natura del problema.


Figura 3


Le gambe si possono, ovviamente, piegare e disporre come più sembrerà realistico per farle rientrare nella cabina, ma compatibilmente ai movimenti consentiti a un corpo umano che non sia quello di un contorsionista, per esempio ruotando le tibie verso l'alto e appoggiando i piedi alla lamiera. Io ho provato a immaginare una fra le tante possibilità.


Figura 4


Si possono tentare anche altre posizioni possibili e verficarne l'ergonomicità, magari mettendosi distesi di fronte a una parete in quelle medesime condizioni. 

Ma i problemi non si esauriscono affatto a questo punto. Un'altra chiara evidenza dell'inconsistenza della tesi proposta nell'articolo, è il fatto che la posizione visualizzata è lontanissima da quella finale così come la si ricava da tutte le foto e descritta nelle testimonianze, alcune da me citate all'inizio di questo articolo. Questo fatto avrebbe richiesto da parte di Rush una notevole rotazione in senso orario (che ho stimato in circa 80°, ovvero 13 minuti sulla corrispondente lancetta dell'orologio) del cadavere dell'amico o un equivalente spostamento tirandone a sé il bacino (ma perché poi avrebbe dovuto tirarlo a sé per il bacino resta un mistero, per non parlare della posizione finale della mano sinistra, protesa nella direzione della presunta rotazione). 

L'azione ipotizzata avrebbe richiesto non soltanto uno sforzo non indifferente, vista anche la posizione sfavorevole di Rush, seduto o sdraiato sul medesimo materasso, ma soprattutto un tempo relativamente lungo per l'operazione, durante il quale il ragazzo sarebbe stato inevitabilmente esposto al fuoco dell'aggressore. E a quale scopo poi? Proteggersi dai colpi di pistola che gli vengono diretti contro a brevi intervalli l'uno dall'altro, da distanza ravvicinata, tentando di coprirsi sotto un cadavere? Suvvia, non scherziamo.

E ancora un problema cui voglio solo dare un cenno. Dalla foto sopra balza subito all'occhio perché le misure stimate nell'articolo siano errate. Infatti, l'autore le ricava a partire dalla posizione finale di Meyer (scrive infatti: "A giudicare da una foto del fascicolo fotografico..."), ma questo è un errore concettuale, dal momento che è stato lui stesso a dichiarare che, nel momento dei primi spari, Meyer si trovava in tutt'altra posizione da quella descritta dalle "foto del fascicolo", ed abbiamo appena visto quanto davvero diversa doveva essere l'ipotetica situazione iniziale per far coincidere il tramite con il foro nel vetro.

Mentre nel caso della ferita al fianco ciò non rappresenta un grosso problema (la distanza dalla parete di dx risulta sì inferiore, ma essa viene compensata dall'angolazione orizzontale), lo è invece per la ferita al gluteo che risulta essere distante circa 60cm dalla medesima parete, senza compensazione alcuna e nell'ipotesi, estremamente generosa ma irrealistica, che la testa di Meyer fosse inizialmente a contrasto con la parete del furgone.

Figura 5

Veniamo, adesso, alla questione dell'altezza che, evidentemente, interessa all'autore forse più di quanto interessi me. Nella mia dinamica, nessuna statura è esclusa, neppure quella che ricava lui (A proposito, solo due indizi a margine sulla statura di Salvatore Vinci, che non arriverebbe, dati ISTAT alla mano, al metro e sessanta, indizi che si riassumono in due concetti: "militare" e "statura minima").

Qui serve una riflessione preliminare. Potrei anche cominciare contestando le cifre proposte nell'articolo e ne avrei ben donde, per quanto evidenziato poco sopra, ma dato che non ce n'è la necessità per dimostrare che la dinamica proposta non regge, risparmio tempo concedendo in via del tutto ipotetica che quei risultati siano corretti. A meno che, più tardi, non mi veda costretto a fare diversamente. In ciò che segue, assumerò la distanza da terra degli occhi dell'aggressore per come viene riportata nell'articolo, ovvero 172 centimetri. Inoltre assumerò le medesime condizioni per lo sparo.

I veri problemi emergono nel momento in cui si fa spostare l'omicida al finestrino che si trova immediatamente alla sua sinistra. Questo, infatti,  risulta essere oscurato per i 3/4 della sua altezza (Cfr. Autorino) . Taglio corto sui dettagli della misura da terra della linea di divisione fra le due zone del finestrino e fornisco direttamente il risultato che ho ottenuto. La linea dove termina la parte oscurata del finestrino, si trova a 1640mm da terra. Si arriva a questa misura con delle semplici proporzioni su una fotografia quotata del Kombi. Ci saranno degli errori se il disegno non è perfettamente proporzionato, ma questi eventuali errori non sono in grado di stravolgere la sostanza dei fatti. 

A questo punto chiediamoci a quale altezza arrivi, all'interno del camper, lo sguardo di una persona i cui occhi distino 1720mm da terra. Anche la distanza dal furgone la prendo per buona così come calcolata nell'articolo, nel quale si dice essere 750mm. Proiettata a  terra, essa diventa 746mm (sarebbe la distanza dei piedi dell'aggressore dal furgone). Si noti che adesso, a differenza dello sparo dal finestrino adiacente, l'angolo orizzontale è molto piccolo e Meyer è sostanzialmente allineato col finestrino posteriore (Figura 5), per cui a questo punto i dati ci sono tutti e il problema può essere così formulato: 

dato un soggetto i cui occhi si situano ad un'altezza di 1720mm, posto a una distanza di 746mm dietro una parete opaca, P, più bassa di 80mm rispetto ai suoi occhi, fino a che altezza può scendere il suo sguardo proiettato sulla parete opposta del camper, posta 1540mm oltre la parete P? 

Chi non ama i conti matematici può saltare questo paragrafo passando al prossimo. Con una semplice proporzione abbiamo che la sopraelevazione di 80mm sta a 746mm, come il corrispondente abbassamento incognito sta a 1540mm. Il risultato è che l'abbassamento rispetto all'orizzontale (1640mm) è di 165,15mm. Quindi l'altezza da terra del punto traguardato è di (1640-165,15)mm = 1475mm. 

Ricordate che il foro del proiettile nel vetro opposto era a 1400mm da terra? Ebbene, lo sguardo dell'aggressore sta sopra a questo di 7cm. In pratica, se nemmeno riesce (o ci riesce a malapena) a vedere il foro sul lato opposto, come fa a vedere anche solo un pezzetto della testa del suo bersaglio che sta parecchi centimetri sotto quel foro? I dati ottenuti li ho riportati nel modello che conferma perfettamente il conto che ho fatto. Nella successiva immagine si vede la linea al di sotto della quale, prese le cifre alla lettera,  la sua visuale non scende:


Figura 6


L'immagine successiva ci restituisce abbastanza fedelmente la visuale di un soggetto alto circa 1,83m (i cui occhi stanno circa a 1,72 da terra compresi i tacchi) così come viene restituita nel modello 3D che ho elaborato: .


Figura 7


La linea in primo piano appare obliqua perché il finestrino da cui sta sbirciando l'assassino è aperto a compasso verso di lui. Questa immagine è stata ottenuta ponendo, all'interno della scena, una telecamera virtuale alla distanza 746mm dal furgone e ad un'altezza di 1720mm da terra.

La conclusione, anche ammettendo variazioni dovute a inevitabili errori nelle stime, è che in sostanza da quel finestrino, con le misure proposte nell'articolo, non si può sparare e allo stesso tempo vedere (e prendere quindi la mira) in modo adeguato. O si fa una cosa o si fa l'altra.

Sento già le obiezioni: "Vabbè, se è un po' più alto riesce a vedere". Ebbene, non avendo l'intenzione di dare il via a una guerra dei centimetri ed avendo più volte verificato che il modello risponde bene alle misure di volta in volta inserite, ho qui una soggettiva relativa a una persona sensibilmente più alta


Figura 8

Per ottenere questa visuale, che a malapena riesce a fornire una direzione di massima per orientare l'arma ma niente di più, gli occhi dell'aggressore devono trovarsi a un'altezza di 1900mm, il ché, con una proporzione empirica che pone la statura a sedici quindicesimi della quota degli occhi, restituisce un assassino alto 2025mm compresi i tacchi. 

La statura di due metri a qualcuno ricorda qualcosa? No? Neppure a me.

Se ancora non bastasse, qui emerge in tutta evidenza un'altra questione, stavolta di opportunità. Ammesso e non concesso che l'assassino avesse avuto davvero la necessità di spostarsi, a causa dell'improvvisa frattura del finestrino che gli ostruiva la visuale, perché mai avrebbe proprio scelto di fare due passi alla sua sinistra, venendosi a trovare di nuovo su un finestrino con la visuale ostruita, stavolta da uno schermo bianco? E quale sarebbe stato il bel risultato di questo spostamento? Quello di piazzare un colpo non letale, nel gluteo di un cadavere immobile? Insomma, verrebbe quasi da pensare che se si fosse limitato ad un secondo colpo alla cieca senza spostarsi, magari avrebbe colto ancora il torace della vittima. 

Ma adesso si osservi bene: se avesse fatto, invece, un passo alla sua destra, la sua visuale sarebbe stata simile a questa (al netto dei piedi del cadavere che continuano a non entrare nell'abitacolo)

Figura 9

Poteva non essersi avveduto di tale possibilità? Direi che è un'ipotesi priva di qualsiasi fondamento, perché dalla figura 5 si vede che a causa di quella prima traiettoria in diagonale, l'assassino si sarebbe trovato già di fronte al primo finestrino fin dal primo sparo. Da questo avrebbe quindi potuto, grazie a uno spostamento minimo, centrare nuovamente Meyer con un secondo colpo ben piazzato e, magari, anche cogliere un sorpreso Rush ancora al suo posto o nell'atto di spostarsi per sfuggire ai tiri. 

A meno che Rush non avesse avuto modo e tempo di rifugiarsi fuori visuale nell'angolo posteriore destro del furgone, tempo che nella mia ricostruzione avrebbe avuto, soprattutto se, nella fuga, avesse sollevato la coperta che va a ostruire la visuale all'assassino. Tuttavia, nell'ipotesi di un primo e unico tiro dal finestrino centrale, non gli sarebbe stato concesso per il poco tempo fra i due colpi. Infatti, se l'assassino può aver tergiversato per la sorpresa di vedersi frantumare il vetro, identica sorpresa ha senz'altro colto il Rush, per il quale si può ragionevolmente ipotizzare un tempo di recupero superiore a quello del mostro.

Tutti questi problemi a catena, hanno un denominatore comune: nascono dalle ipotesi errate che sono state poste. Quelle corrette, a ben vedere, sono quelle che mi sono posto e che mi hanno condotto a una dinamica ancora perfettibile, ma di certo più verosimile, e cioè:

  • HP1 - Meyer è stato colpito mentre si trovava in una posizione sostanzialmente identica o non troppo differente da quella in cui viene rinvenuto alla scoperta del delitto.
  • HP2 - Il proiettile penetra nel corpo dal fianco destro, al di sotto delle costole e termina presso il quarto spazio intercostale sinistro a livello della linea ascellare anteriore.
  • HP3 - Meyer viene colpito mentre giace disteso bocconi sul letto del camper. 
  • Incognita - Il punto da cui provengono i colpi sul povero ragazzo.

In sostanza, posso dire che l'unica cosa che mi trova d'accordo con l'autore, in questo caso specifico, è il titolo dell'articolo, ma non certo riferito alla mia dinamica.

Aggiornamento

Ho pubblicato un breve video di 13 minuti dove spiego meglio la logica che mi ha portato a stabilire nella fessura del finestrino posteriore destro il punto da cui proviene il colpo al fianco di Horst Meyer.

Eccolo qui





12 commenti:

  1. Matteo Vinattieri06 novembre, 2020 20:28

    Complimenti per la ricostruzione, ma credo che sia impensabile a Giogoli un killer alto meno di 1,80 m se non si vogliono negare le leggi matematiche, visto anche che la lieve pendenza della piazzola con il furgone nella parte più alta e lo sparatore a destra con i piedi a terra ad un livello inferiore di circa 10-15 cm rispetto a quello delle ruote del furgone a causa del declivio appena citato.

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    1. Intanto vinci una birra come primo commentatore di questo desolato blog. Non ho capito bene la tua obiezione. Se provi a darmi qualche indicazione più precisa posso provare a fare una verifica. Così a occhio non capisco in che modo una modesta pendenza possa cambiare le cose. Voglio dire, se prendi tutto il piano in cui giace la scena e lo inclini in una direzione qualsiasi, tutti gli oggetti vengono influenzati dalla stessa modifica, salvo, al limite, che per le persone in piedi che tendono a mantenere la verticale. Per la relatività galileiana, la cosa sarebbe perfettamente analoga al furgone che sta orizzontale e l'assassino che, invece, si inclina all'indietro. Con una pendenza di tre gradi (che è la pendenza con cui in media un aereo di linea atterra in volo strumentale, abbiamo che l'effetto sulla statura di una persona di 1,80 è di 2,6 millimetri. Però, ripeto, forse non ho capito io.

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  2. Ciao bentrovato.
    Purtroppo ho un'idiosincrasia verso i video-intervista su Youtube, quindi non sono riuscito a vedere bene il tuo, che sembra comunque ben fatto.
    Mi riassumeresti in breve gli elementi che militano per un inizio degli spari dal lato destro del furgone?
    Per una mia verifica, non avendo approfondito Giogoli dal punto di vista della dinamica.

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    1. Ciao Omar, bentrovato a te. Questo non voleva essere un blog, ma solo uno spazio per parcheggiare un commento. Beh, ormai la cosa sta prendendo piede. Se ti riferisci al lato di attacco, destro o sinistro, direi che la questione si riassume nella due caratteristiche di direzionalità e immediata letalità del colpo su Meyer. La direzionalità è inequivocabilmente da destra e la sua letalità fa sì che il povero ragazzo non ha avuto modo di muoversi dalla posizione in cui si trovava che è allo scoperto e in situazione di riposo (era a pancia in giù e con una mano sotto il cuscino). Se il primo colpo fosse arrivato da sinistra, probabilmente Meyer non si sarebbe bloccato lì (non essendo stato colpito mortalmente da quel lato, ma avrebbe cercato un qualche riparo o comunque non si sarebbe trovato in quella posizione, quasi che dormisse. LA novità della ricostruzione che ho fatto, è principalmente nel punto di sparo che io individuo nell'apertura del finestrino posteriore destro. Ho appena caricato un video pubblico nella mia area personale se vuoi vederlo. E' breve e spiega gli elementi essenziali. Magari lo pubblico in questo spazio. Ciao e, di nuovo, ben ritrovato.

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  3. Dov'è la tua "area personale"?
    Sarà senz'altro come tutti dicono, continuo a non capire come mai MdF spara prima da destra,poi passa sul lato sinistro, con poco spazio a disposizione, poi ripassa sulla destra per aprire il portellone, che a fie della prima sequenza aveva a disposizione. Ovvio che in momenti concitati si possono fare cose illogiche o che col senno di poi e non conoscendo la situazione sembrano illogiche. In questo momento però non ho la testa per approfondire più di tanto, per questo chiedevo aiuto.

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    1. Sì, scusami. Pensavo che la mia area personale fosse visibile dal blog. Ti chiedo un po' di pazienza, perché vorrei rifare il video che ho caricato. Sono essenzialmente un insicuro e le cose le rivedo mille volte. La tua domanda verte sulla logica dell'aggressore, immagino, perché che abbia sparato prima da destra e poi da sinistra è piuttosto evidente, a meno che non si ipotizzino due pistole, ma anche così, quegli spari sui fianchi non si spiegano. Almeno uno dei due avrebbe scaricato l'arma su uno stesso finestrino, ma molto più probabile che lo avrebbero fatto entrambi. Nel mio video, quello sul canale di Angelo, accenno alla dinamica che però non ricostruisco in toto. Sostanzialmente la mia idea è questa: nei primi spari (penso addirittura col primo), riesce a fulminare Meyer, ma Rush gli sfugge. L'unica cosa che può fare il ragazzo è cercare un punto cieco, da cui non possa essere preso di mira. Potrebbe anche usare la coperta per confondere la mira dell'assassino. Questi, dal canto suo, cerca un punto di vista favorevole per piazzare uno o più colpi. Grosso modo, se Rush si rifugia nell'angolo posteriore destro del furgone, l'assassino si porta sul lato sinistro e viceversa. Durante la sparatoria iniziale, Rush viene colpito due volte (anzi tre, dato che probabilmente una scheggia di vetro o di piombo lo ferisce alla fronte facendolo sanguinare abbondantemente), ma non in modo letale. Perché, dunque, non aprire subito il portellone? Perché il mostro, finché ha colpi, ha ancora il vantaggio dell'arma e lo annullerebbe se aprisse quel portellone troppo presto e riuscire a uccidere entrambi senza entrare affatto è la soluzione ideale per lui. Non può neppure sapere con precisione che il suo primo colpo è stato così efficace da eliminare subito una minaccia, ma finché può, evita di trovarsi faccia a faccia con due esseri umani feriti, impauriti e che sanno che comunque stanno per essere uccisi e dunque sono pronti a tutto, anche a gettarsi sull'assassino a mani nude.

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    2. Ciao Omar. Ho pubblicato il video di cui ti parlavo se può interessarti la questione del punto di sparo.

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  4. sì, quindi cercherebbe di inseguire stando fuori la vittima che già ferita si sposta all'interno del furgone. A patto che la veda, è senz'altro uno scenario possibile. Per mia pigrizia ho approfondito questo delitto solo dal punto di vista delle testimonianze, del resto ne so molto poco.

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  5. d'accordo sulla dinamica e sul finestrino. Mi resta dubbio un solo punto: nella disperazione prima della morte si possono fare cose irrazionali e senza senso: magari Rush ha tentato davvero, inutilmente e senza senso, di farsi scudo col corpo dell'amico perchè non vedeva altra salvezza. Per il resto d'accordo con te.

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    1. E' verissimo e concordo. In ogni nostro ragionamento sulla vicenda c'è sempre l'incognita "comportamentale". Non solo nei momenti di decisioni rapide e istintive, ma anche in quelli meno concitati. Pretendere di sostituirsi nei pensieri di qualcuno è già difficile, ma farlo nei confronti di un serial killer, per esempio, è impossibile. Senza contare che le vicende della vita ci portano a fare scelte che altri non capiscono solo perché non sanno. Una persona che ha scoperto che gli restano pochi giorni di vita, probabilmente segue priorità diverse rispetto a chi non ha questo pensiero. Ora il punto della questione è che, pur nella consapevolezza di queste incognite, cercare di aggirare un problema inventandosi di sana pianta una giustificazione è un rimedio peggiore del male. Io preferisco comportarmi come quei restauratori di vasi antichi che, nel ricostruire un'anfora a partire da pochi pezzi originali, preferiscono lasciare il vuoto laddove il disegno non c'è, piuttosto che mettercene uno inventato. Da una situazione aperta possiamo diramarci in molte direzioni, ma una volta ricostruito un disegno, se c'è un errore ce lo teniamo.

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  6. Se interessa qui ci sono le mie considerazioni su quanto lei scrive.

    https://quattrocosesulmostro.blogspot.com/2020/11/ancora-giogoli.html

    Sarebbe interessante una sua risposta punto per punto, nelle forme che vuole. Ci sono considerazioni sulla sua ricostruzione del corpo di Horst, sullo spostamento del cadavere e sull'altezza del Mostro che meriterebbero quantomeno una confutazione.
    Saluti da certa gente.

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    1. Avevo già visto. Guardi, non è per cattiva volontà o per sottrarmi al confronto, ma quello che dovevo dire l'ho già detto e di questo resto convinto. Quello che voleva dire lei lo ha detto e sono certo che ne resta convinto. A questo punto e in questo momento è più il rischio di alimentare una polemica che quello di dare un contributo alla vicenda. Ognuno si farà la sua idea sulla base dei ragionamenti esposti. Magari ne riparliamo più in là "a bocce ferme" se la cosa la riterrà ancora di suo interesse. Un sincero cordiale saluto.

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